🔴 Anche i familiari meno prossimi possono essere ristorati economicamente.
Se il decesso di un congiunto avviene in conseguenza di un fatto illecito – come un sinistro stradale o una responsabilità per colpa medica – anche i familiari meno prossimi hanno una maggiore possibilità di essere ristorati economicamente per il danno da perdita parentale
Ma come si dimostra il danno parentale?
La rottura di un legame affettivo (perdita parentale)è qualcosa di impalpabile, però, le sue manifestazioni concrete vengono esternate e possono essere osservate.
Così la Cassazione ammette la prova testimoniale volta a stabilire la relazione che esisteva tra la persona scomparsa e i suoi superstiti.
Questo criterio sostanziale è utile per riconoscere il risarcimento a chi effettivamente lo merita, escludendo invece tutti coloro che nonostante la parentela formale non avevano un rapporto profondo con il familiare scomparso.
Come si fornisce la prova del danno parentale
Per arrivare a comprendere l’entità della sofferenza interiore e a quantificarne l’equivalente monetario risarcibile – quello che volgarmente è chiamato “il prezzo del dolore” – è necessario un passaggio intermedio, ma essenziale: occorre dimostrare il danno nella sua consistenza e gravità e da qui procedere poi alla determinazione del suo ammontare.
La prova
Infatti, la regola generale è che ogni danno, di qualsiasi tipo, deve essere sempre descritto e documentato dal danneggiato che lo afferma.
In tale prospettiva, rilevano ai fini di prova innanzitutto i documenti: nel giudizio risarcitorio, potranno essere prodotte, ad esempio, lettere e corrispondenza, chat su WhatsApp o altri sistemi di messaggistica e social, fotografie e filmati ritraenti momenti quotidiani di vita insieme o altri eventi particolari, purché dal loro esame si evinca che vi era una frequentazione costante.
Prova del danno parentale mediante testimonianze
L’effettiva esistenza di questi rapporti affettivi e sociali può affermarsi, secondo quanto normalmente avviene nella pratica, constatando che c’era un assiduo rapporto di frequentazione tra la vittima e i suoi parenti che chiedono il risarcimento.
Non rileva, invece, la convivenza o la coabitazione sotto lo stesso tetto, poiché il legame affettivo può instaurarsi e mantenersi anche a distanza.
E' normale che nonno e nipote si frequentino abitualmente nelle rispettive case o in luoghi esterni, come parchi e giardini.
Conta molto l’intensità dei momenti condivisi
Una quotidiana frequentazione "forzata" non vale quanto un "tempo" trascorso insieme in occasioni importanti come i pranzi di Pasqua o Natale, significative di quel legame affettivo sincero e intimo che si vuole dimostrare.
Conta molto più la qualità, nel senso di profondità dei rapporti, rispetto alla durata dei contatti.
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